mercoledì 26 marzo 2008

viaggio in toscana


Le Terre di Siena sono un palcoscenico naturale dove le strade recitano pezzi d’autore, inventandosi traiettorie fantastiche in uno dei paesaggi più belli d’Italia. Ognuno dei seguenti percorsi ha una propria identità e rappresenta un vero e proprio piccolo grande viaggio tutto da vivere, guidando piano, gustandosi curva dopo curva, la magia delle Terre di Siena.

IN VOLO SULLE CRETE Da Siena a Sant’Angelo in Colle (Montalcino): 67 km


Questo itinerario vola letteralmente sulle ondulazioni delle famose Crete, una delle zone che esalta maggiormente la sensualità del territorio senese. Cielo e terra, greggi e poderi, pievi e borghi di pietra che emergono come isole nel grande mare di terra. Si naviga su strade che seguono traiettorie imprevedibili disegnando la rotta in un paesaggio in continua mutazione: primavera, estate, autunno e inverno. La stessa strada attraversa nelle stagioni la spiccata diversità degli stessi luoghi che cambiano colori, luci, atmosfere.
Da Siena si parte subito in direzione Sinalunga - Bettolle. Dopo poco, raggiunto il bivio di Taverne d’Arbia, si piega a destra. Oltrepassato il ponte sull’Arbia si raggiunge l’abitato di Taverne. Benvenuti sulla Lauretana, una delle strade più spettacolari del senese. Il nastro d’asfalto corre quasi sempre in cresta accarezzando il paesaggio delle Crete dove trionfa il profumo della terra e del grano. Si vola alti prima di atterrare ad Asciano, piccola “capitale”. Nel cuore del borgo i grandi spazi delle Terre di Siena diventano improvvisamente raccolti e delimitati dall’opera dell’uomo.Il piccolo viaggio ascianese comincia con la basilica di Sant’Agata (XI sec. e modifiche del ‘500, ‘600, ‘800), prosegue col Museo di Arte Sacra che conserva una collezione di opere trecentesche e quattrocentesche e, attraverso il corso Matteotti, passa nel cuore della piccola città affacciandosi sulla chiesa gotica di San Bernardino (sede del Museo Etrusco) e la chiesa tardogotica di Sant’Agostino. Molto bella per l’essenzialità della sua architettura la chiesa di San Francesco (XIII sec).
Da Asciano si risale verso i profili collinari che annunciano l’altura di Chiusure dove, con una breve deviazione, si raggiunge l’Abbazia di Monteoliveto Maggiore, importante tappa di questo viaggio. E’ il centro spirituale di questo territorio che si esprime con l’arte suprema e opere raffinate come il chiostro affrescato da Sodoma e Signorelli, e il magnifico coro ligneo intarsiato da Giovanni da Verona.Tornati a Chiusure si continua fino a San Giovanni d’Asso, il regno del tartufo bianco che viene celebrato nella tradizionale Mostra Mercato ospitata ogni mese di novembre nel Castello che si erge dal “Borghetto”, la parte più alta del paese. Meritano una visita la chiesa romanica di San Giovanni Battista e, nella parte bassa del paese, la chiesa di San Pietro in Villore (XI - XII sec). La strada corre ora senza curve e controcurve, rilassandosi nel fondo della Val d’Asso fino ai piedi del colle profumato di Brunello, dove si erge il borgo di Montalcino. Dopo un brevissimo tratto sulla Cassia si piega a destra e si comincia a salire dolcemente tra i vigneti fino alla sommità.
Montalcino e il suo Brunello si presentano con un calice di pregiato nettare.Così come si degusta un vino pregiato, allo stesso modo si viaggia nel borgo alla ricerca di luoghi e momenti meditativi. Tra enoteche, caffè, botteghe il tempo si dilata e lo spazio si riempie di pietre nobili: dal Palazzo Vescovile e le chiese di Sant’Agostino, Sant’Egidio e San Francesco (tutte risalenti al XIII-XIV sec), al Santuario della Madonna del Soccorso.
Da Montalcino si prosegue verso il Passo del Lume Spento dove si oltrepassano le spalle dell’imponente colle per cominciare a scendere, sempre tra estesi vigneti, fino a Sant’Angelo in Colle, che si affaccia sulla Val d’Orcia e sul vulcano dormiente dell’Amiata. Il viaggio finisce qui ma è naturale e altamente consigliato il proseguimento verso la straordinaria abbazia romanica di Sant’Antimo, luogo di grande suggestione a due passi dal borgo di Castelnuovo dell’Abate.



VIAGGIO NELL'INTIMITA' DELLE TERRE SENESI
Da Poggibonsi a San Galgano: 92 km

Ecco il vero viaggio di scoperta nel territorio meno frequentato della provincia di Siena. Si tratta di un percorso che si sviluppa prevalentemente sull’asse nord - sud alla ricerca di un mondo verde dove il bosco e le sue frescure si alternano a visioni di grande suggestione sulle colline Metallifere che allungano lo sguardo sui profili occidentali del senese e sulla fitta macchia che a oriente annuncia l’ispida e selvaggia Maremma. Natura e borghi medievali si susseguono in una Toscana ancora poco addomesticata che conserva i segreti di una terra autentica.
Il viaggio comincia a Poggibonsi, antico borgo che, a dispetto della sua moderna “cintura”, offre al visitatore un centro storico di gran pregio che si trova nel punto di confluenza dei fiumi Staggia e Elsa. I motivi di visita di questo borgo sono molti: dalla Collegiata alla trecentesca chiesa di San Lorenzo, dal Palazzo Pretorio alla chiesa di San Lucchese.
Da Poggibonsi si raggiunge facilmente San Gimignano, la città delle torri. Ci troviamo in uno dei luoghi più visitati che naturalmente non ha bisogno di presentazioni particolari. Il suggerimento è quello di godersi questo luogo quando il fiume di turisti non invade piazze e vie del borgo, dunque alle prime ore del mattino o poco prima del tramonto. Da un punto di vista urbanistico e architettonico la città è una porta per entrare direttamente nell’atmosfera trecentesca della repubblica fiorentina. Le torri gentilizie rimaste in piedi sono “solo” 15 sulle 72 originariamente esistenti e guardano dall’alto un microcosmo di vicoli e slarghi che si rincorrono tra le piazze del Duomo e della Cisterna. Il nostro viaggio prosegue sulla via della Vernaccia, orgoglioso della sua storia (primo D.O.C. d’Italia, ora D.O.C.G.) e della sua dorata trasparenza che si pone in antitesi ai grandi, nobili, famosi, ricchi rossi di Toscana.A Castel San Gimignano si gira a destra per poco sulla S.S. 68 (direz. Volterra) e poi a sinistra verso Casole d’Elsa.
Comincia qui il viaggio nella Toscana più intima e segreta, entrando in piena Val d’Elsa. In breve si raggiunge Casole d’Elsa, avamposto fortificato della repubblica senese. La cinta muraria del paese conserva sul versante orientale due torri circolari; la Collegiata di Santa Maria Assunta (1161), il Palazzo Pretorio e la Rocca trecentesca costituiscono l’asse di pietra su cui si regge la memoria storica di questo borgo che oggi regala pace e tranquillità, soprattutto nella campagna circostante. In accentuato saliscendi, una delle strade più belle della zona, da percorrere lentamente, conduce a Mensano, antico borgo - castello dove anche il resto della Toscana sembra lontano ed è facile percepire la dimensione umana dei luoghi. Da Mensano si procede seguendo le indicazioni per Radicondoli. Dopo circa 7 km si giunge in loc. Casone dove si piega a destra fino a Radicondoli. Benvenuti su un belvedere indimenticabile. Attraversato tutto il borgo lungo la via centrale si raggiunge un piccolo slargo con panchina sulla destra. E’ questo il luogo ideale per guardare, a metà strada fra terra e cielo, i profili ondulati della Toscana e delle Terre di Siena. E’ uno spettacolo da non perdere.Tornati sui nostri passi, in loc. Casone, si prosegue a destra e, al successivo bivio ancora a destra, passando per Belforte e Montingegnoli, due castelli lontani dalle grandi vie di transito e, nonostante le ridotte dimensioni, di gran pregio architettonico e urbanistico. Da Montingegnoli si prende la strada per Montalcinello e successivamente Chiusdino entrando nel territorio della Val di Merse. Ci troviamo in terra di confine; è qui infatti che le Terre di Siena strizzano l’occhio alla Maremma. Nel borgo di Chiusdino si trovano la chiesa di San Martino detta “fuori le mura”, la Parrocchia, attigua alla casa natale di San Galgano, e la chiesa della Compagnia Cistercense di San Galgano con un interessante bassorilievo (1466) raffigurante San Galgano che conficca la spada nella roccia. E’ nel comune di Chiusdino che sorgono l’abbazia cistercense di San Galgano e la cappella di Monte Siepi, meta finale del nostro viaggio dove si rimane senza fiato, col naso all’insù guardando il “tetto di cielo” della cattedrale.


IN VIAGGIO DOVE IL PAESAGGIO SI TRASFORMA IN ARTE Da San Quirico d'Orcia a Chiusi: 44 km


La Val d’Orcia è un simbolo forte delle Terre di Siena.


I cipressi, i cosiddetti alberi blu, sono le lancette di una bussola virtuale. Sono le sentinelle del paesaggio che accompagnano il viaggiatore. La strada che taglia le Terre di Siena a da ovest a est, unendo la Val d’Orcia con la Val di Chiana è un belvedere naturale in uno degli angoli di Toscana più belli e, giustamente, famosi. L’itinerario parte da San Quirico d’Orcia. Il borgo merita senz’altro una visita; oltre alle emergenze architettoniche (Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, Chiesa della Misericordia, Palazzo Pretorio, Palazzo Chigi e le chiese di Santa Maria di Vitaleta e Santa Maria Assunta) sono da vedere gli Horti Leonini, cinquecenteschi giardini all’italiana progettati da Diomede Leoni, che ospitano esposizioni di scultura contemporanea.Si parte alla volta di Pienza sulla bellissima strada di crinale che regala grandi vedute sulle colline che si rincorrono.


In breve si raggiunge Pienza, sosta obbligatoria lungo questo percorso. Pienza è nota come la “città ideale”, figlia ed espressione dell’umanesimo rinascimentale fondato sul sogno della costruzione di un nuovo mondo ispirato a un pensiero cosmopolita, tollerante, aperto. Per tradurre architettonicamente i valori di questa cultura Enea Silvio Piccolomini affida il progetto a Bernardo Gambarelli detto il Rossellino, architetto della scuola di Leon Battista Alberti, in grado di inventare una città che materializzasse gli ideali umanistico - rinascimentali. I lavori cominciano nel 1459 e solo tre anni dopo Pio II delibera la nascita della città. Superba la veduta che si gode dalla strada che s’incunea tra la cattedrale e il Palazzo Piccolomini: gli ampi spazi della Val d’Orcia si spingono fino agli inconfondibili profili della rocca di Radicofani e delle spalle larghe dell’Amiata.


Il viaggio prosegue alla volta di Montepulciano. La strada sembra disegnata da un architetto del paesaggio. Nell’aria il profumo di pecorino stuzzica il desiderio di infilarsi in qualche caseificio ma poi ci si ricorda di aver già fatto copiosa scorta nelle botteghe di Pienza...Montepulciano è l’altra tappa intermedia di questo piccolo grande viaggio. E’ il momento di zittire il motore e affidarsi alle proprie gambe. Montepulciano è una città di grande interesse. Consigliata vivamente la passeggiata nei sotterranei della città per scoprire maestose cantine dove si può degustare uno dei più pregiati vini toscani, di nome e di fatto: il Nobile di Montepulciano.


Si prosegue verso Chianciano e Chianciano Terme dove l’acqua è pregiata quasi quanto il vino e si prende cura della salute di turisti e viaggiatori che si spostano anche nel segno del benessere.Nell’ultima parte del viaggio la poesia della Val d’Orcia lascia spazio ai misteri e al fascino della civiltà etrusca che ha in Chiusi un importante punto di riferimento. Qui la storia ha radici antichissime come le origini della civiltà etrusca. Un mondo tutto da scoprire si nasconde nel sottosuolo ricco di catacombe e cunicoli come il “Labirinto di Porsenna”. Gli appassionati di storia etrusca non faranno a meno di visitare il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi, nonché quelli di ChiancianoTerme e Sarteano.



LA TRAVERSATA PIÙ CLASSICA SULLA STORICA VIA CASSIA Da Siena a Radicofani: 72 km
E’ la via storica per eccellenza che mette in comunicazione la città del Palio con la grande Roma. La storia viaggia su questa antichissima via consolare che assiste al cambiamento del tempo attraverso i secoli affacciandosi su quella Toscana che tutti cercano e sognano.E’ una strada a scorrimento veloce ma invita ad una guida rilassata e risveglia il piacere di seguire con gli occhi il paesaggio in movimento.

Da Siena si parte verso sud seguendo le indicazioni per la S.S. 2 “Cassia”. La strada si immette quasi subito nella solare e ampia Val d’Arbia attraversando luoghi di grande importanza storica. Per gran parte del percorso ricalca la storica via Francigena, dove il senso del viaggio ha lo spirito dei pellegrini che da Canterbury, passo dopo passo, puntavano verso Roma. Le tappe intermedie del primo tratto sono i paesi di Monteroni e Lucignano che scandiscono il percorso prima di raggiungere Buonconvento. Stiamo attraversando uno degli storici granai d’Italia.Uomini e architetture raccontano di un paesaggio rurale ancora sostanzialmente integro. Le tracce più importanti della storia e di un’antica civiltà contadina di questa terra sono le grance, grandi magazzini di grano e di generi alimentari che, tra l’altro, furono anche punto d’appoggio per poveri, pellegrini e malati bisognosi. In epoca medievale le grance furono edifici rurali inseriti in complessi abbaziali con una funzione di conservazione dei prodotti agricoli. Elemento caratterizzante le grance senesi è un imponente struttura difensiva. Lungo questo percorso, poco prima dell’abitato di Monteroni d’Arbia, si incontra una delle grance più importanti, vale a dire quella di Cuna.In prevalente pianura la Cassia raggiunge dopo 27 km Buonconvento, storicamente luogo d’incontri (anche scontri) e scambi. Nella sua pianta rettangolare, anticamente delimitata da una cinta muraria, conserva edifici monumentali a testimonianza di un passato importante. Oltre al Palazzo Comunale (con 25 stemmi degli altrettanti podestà che hanno governato la città fino al 1270) invita alla sosta il Museo di Arte Sacra della Val d’Arbia nel quale, in uno splendido contesto Liberty, sono radunate le opere provenienti da chiese e pievi sparse sul territorio delle Crete.

Oltrepassata Buonconvento la Cassia insegue traiettorie più sinuose e, poco dopo Torrenieri, si affaccia sul paesaggio inconfondibile della Val d’Orcia nei pressi di San Quirico. Lo sguardo non mancherà di catturare lo scorcio forse più noto che identifica il paesaggio toscano caratterizzato dal gruppo di cipressi che emerge dalle terre ondulate.Comincia qui il tratto più spettacolare della Cassia che, passando tra Montalcino e Pienza, raggiunge il borgo di Bagno Vignoni, con la sua magnifica piazza d’acqua. Inizia qui anche un viaggio virtuale che ha come filo conduttore l’acqua. Dal parco dei Mulini di San Quirico e le acque termali di Bagno Vignoni si prosegue infatti, alle falde dell’Amiata (antico vulcano) fino a Bagni San Filippo, altro borgo termale dove l’acqua sgorga dalle vene della terra a circa 50 gradi. E’ qui che si lascia il tracciato della Cassia per piegare a sinistra verso la spettacolare rocca di Radicofani dalla cui torre si gode di una vista aerea indimenticabile su tutta la Val d’Orcia. Il castello di Radicofani ebbe una notevole importanza strategica sulla via Francigena e lega la sua notorietà alla storia di Ghino di Tacco, ribelle ghibellino senese (menzionato da Dante nel VI canto del Purgatorio e da Boccaccio nel Decamerone) che espulso da Siena stabilì qui la sua dimora, base di partenza per le sue scorrerie.Degna deviazione finale, per proseguire sulla via delle acque termali, è quella per San Casciano dei Bagni, luogo giusto per trovare conforto nel tepore di rilassanti vapori alle falde del monte Cetona, immersi in un ambiente ricco di storia e natura.

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